Gulcemal portò Deva a un lago tranquillo, un luogo lontano dal caos quotidiano, dove l’atmosfera serena sembrava avvolgere entrambi. Salirono su una piccola barca e remavano verso il centro del lago, circondati solo dal suono delle onde che si infrangevano dolcemente e dalla bellezza del paesaggio. Sotto il tramonto, Gulcemal si inginocchiò e le propose di sposarlo, i suoi occhi pieni d’amore e speranza.
Deva, pur sentendo una gioia indescrivibile nell’accettare la proposta, aveva il cuore pesante. C’era un segreto che non aveva mai avuto il coraggio di rivelare a Gulcemal: era stata la fidanzata di Mert. Il peso di quella verità le pesava come una pietra nel petto, e nonostante l’amore che provava per Gulcemal, non riusciva a trovare il coraggio di confessarlo. Ogni volta che guardava negli occhi di Gulcemal, sentiva di tradirlo.
Dopo aver accompagnato Deva a casa, Gulcemal si sentiva sollevato, come se avesse fatto un passo importante nella loro relazione. Ma la felicità durò poco, quando il telefono di Gulcemal squillò improvvisamente. Dall’altro lato della linea c’era Armagan, la voce piena di preoccupazione. “Zafer è in gravi condizioni. Devi venire subito!”
Gulcemal non perse tempo, salì subito in macchina e si diresse verso l’ospedale. Il suo cuore batteva forte, ma la determinazione non lo abbandonava. Decise di chiamare un medico esperto da Istanbul, sperando che potesse salvare Zafer. Arrivato in ospedale, senza esitazioni, Gulcemal donò il suo sangue, non per dovere, ma per il legame che sentiva con la madre che lo aveva abbandonato. Era una decisione difficile, ma Gulcemal sapeva che nelle situazioni più critiche, ogni rancore doveva essere messo da parte.
Nel frattempo, Deva era sola nella sua stanza, il peso del segreto non rivelato che ancora la opprimeva. Si chiedeva se l’amore di Gulcemal fosse abbastanza forte da superare la verità che nascondeva. Ma in quel momento, non c’era nulla che potesse fare se non aspettare, sperando che tutto si risolvesse, almeno nel suo cuore.