Deva continuava il suo rituale sulla riva del lago, con l’arco in mano, gli occhi concentrati sull’acqua, ignara che dietro di lei Gulcemal stesse combattendo per ritrovare se stesso. Le frecce volavano nell’oscurità, atterrando sulla superficie calma del lago, ognuna portando con sé un’emozione non espressa, un dolore mai cancellato. Quella scena confondeva Gulcemal, facendolo riflettere: forse riusciva a capire in parte la determinazione nelle azioni di Deva. Ma allo stesso tempo, un dubbio cresceva dentro di lui: si era mai davvero liberato dal dolore, o stava semplicemente scagliando frecce nel vuoto?
Dall’altra parte del lago, Deva non si accorgeva di Gulcemal. Non diceva nulla, non si girava a guardarlo, ma ogni freccia scoccata era come una parola non detta, un dolore non ancora superato. Sapeva cosa stava facendo, ma non riusciva a fermarsi, come se il lanciarsi delle frecce fosse l’unico modo per trovare un po’ di pace nell’anima. Sapeva che il lago custodiva ricordi, lacrime e parole mai espresse. E così, ogni volta che una freccia atterrava, sospirava come se stesse rilasciando un pezzetto del dolore che portava dentro.
Nel frattempo, Gulcemal stava immobile, il cuore turbato. Non riusciva a capire cosa stesse provando. Forse il dolore che aveva vissuto non era mai svanito, o forse era stata solo la quiete del tempo a fargli credere di essersi liberato da esso? I ricordi del passato, le ferite mai guarite, tutto riaffiorava con forza mentre guardava Deva. Non sapeva se sarebbe mai riuscito a perdonare se stesso, né se sarebbe riuscito a aiutare Deva a liberarsi dai fantasmi del passato.
Quando Ibrahim apparve, portando con sé informazioni cruciali riguardo alla complessa relazione familiare, tutto cambiò improvvisamente. Gulcemal non poté più sfuggire al dover affrontare le ferite che aveva cercato di sopprimere per tanto tempo. Ibrahim parlò di relazioni nascoste, segreti tenuti celati per anni. La storia di Ibrahim risvegliò Gulcemal, che non poté più ignorare la realtà. Non poteva più mentire a se stesso; la verità non poteva essere sepolta per sempre.
Gulcemal rimase fermo, riflettendo su ciò che aveva appena sentito. Ogni freccia di Deva gli sembrava un riflesso nella sua mente, una domanda senza risposta: stava lanciando frecce nel vuoto, o stava davvero liberandosi dal peso del passato? La risposta non era facile, ma una cosa era certa: non poteva più sfuggire. Le frecce del passato continuavano a volare, ma questa volta, sarebbe riuscito ad affrontare la verità e uscire dall’oscurità?