Gara, con il cuore pieno di tormento per il passato, decise finalmente di rivelare la verità a Gulcemal. Prese un respiro profondo, sentendo l’angoscia crescere dentro di sé mentre pronunciava le parole che aveva tenuto nascoste per tanto tempo: “In realtà, mi chiamo Firuze e sono la madre di Deva.” Queste parole colpirono Gulcemal come un fulmine, lasciandolo senza fiato. Ogni ricordo del passato sembrava frantumarsi nel suo cuore e una rabbia incontrollabile cominciò a prendere il sopravvento. Gulcemal non riusciva a sopportare questa verità, non riusciva a perdonare Firuze, la donna che aveva amato, ma che aveva nascosto un segreto così grande. In preda alla furia, le diede una somma di denaro e la cacciò fuori di casa senza esitazione.
Senza un posto dove andare, Firuze si ritrovò disperata e confusa. Non sapeva dove cercare aiuto, ma nell’intimo sapeva che c’era una sola persona che poteva darle un rifugio: suo figlio, Deva. Con la speranza di ottenere il suo perdono e di essere accolta da lui, Firuze si recò da Deva, l’uomo che aveva abbandonato in passato. Tuttavia, Deva, ancora ferito dalle sofferenze e dalle delusioni del passato, non riusciva a perdonare sua madre. Le cicatrici non erano guarite, i ricordi dolorosi lo trattenevano, e non riusciva ad aprire il suo cuore a Firuze. La respinse freddamente, lasciandola di nuovo sola e delusa.
Con il cuore infranto e senza più vie di scampo, Firuze decise di sedersi fuori dalla casa di Ibrahim, un vecchio amico, sperando di trovare un po’ di conforto. Si sedette lì nell’oscurità, con gli occhi pieni di lacrime e il cuore gravato dal dolore, aspettando che un giorno Deva la perdonasse. Non riusciva a rassegnarsi al fatto che avesse perso tutto — suo figlio, la sua famiglia e l’amore. Ma c’era ancora una piccola scintilla di speranza nel cuore di Firuze, una speranza che un giorno sarebbe riuscita a ritrovare ciò che aveva perso.