Emir stava alla finestra, la luce fioca del tardo pomeriggio illuminava il suo volto impassibile. Aveva pianificato tutto nei minimi dettagli, e ora era il momento di mettere in atto il suo piano. Da quando era avvenuta la morte di Ozan, Emir sapeva che sarebbe stato l’unico a non essere accusato. Ogni suo passo era calcolato, e Anil era solo una pedina da manovrare.
Quando Anil entrò nella stanza spaziosa di Emir, non poté fare a meno di sentire una sensazione di oppressione, di soffocamento. Tutto nella stanza rifletteva un aspetto della personalità di Emir – la sua crudeltà e freddezza calcolata. Emir non disse una parola, ma fece un gesto con la mano, invitando Anil a sedersi.
“Preparati, Anil,” disse Emir, con un tono glaciale. “Dovrai confessare di aver falsificato la scena del crimine nella morte di Ozan. Non hai altre opzioni.”
Anil lo guardò, confuso. Sapeva che non poteva opporsi alle pressioni di Emir, ma la verità sulla morte di Ozan non era come Emir la pensava. Anil non era il colpevole, ma era stato spinto in una situazione difficile, costretto da Emir a testimoniare falsamente.
“Emir, non posso farlo,” balbettò Anil, la voce piena di disperazione.
Emir sorrise, un sorriso privo di calore, freddo e minaccioso come lui stesso. “Lo farai, Anil. Tutto è già stato organizzato. Ho preparato ogni cosa per farti cadere in trappola. E sai una cosa? La colpa non ricadrà mai su di me. Sarai tu a portare tutto il peso.”
La tensione nell’aria cresceva, e Anil sentiva che ogni speranza gli stava sfuggendo. Non poteva fare altro che accettare le condizioni imposte da Emir.
Nel frattempo, Nihan cominciava a rendersi conto di qualcosa di inquietante. Sentiva che c’era qualcosa che non andava nel modo in cui Emir manipolava le persone intorno a lui. Un tempo era stata una vittima, ma ora era cambiata. Non poteva restare a guardare mentre Emir distruggeva la vita degli altri, in particolare quella di Anil. Comprendeva che, per affrontare un uomo astuto come Emir, doveva essere molto più forte.
Nihan cominciò a pianificare, non solo per salvare Anil, ma anche per smascherare Emir. Non poteva più permettere che quel bastardo continuasse a controllare la sua vita e quella degli altri. Aveva sopportato troppo, e questa volta non si sarebbe lasciata sopraffare.
Il giorno dopo, quando Anil si preparava a confessare, un piccolo, ma sorprendente cambiamento avvenne. Nihan non era sola; aveva trovato alleati tra persone che Emir non avrebbe mai sospettato. Non era più una vittima, ma una donna determinata a combattere, e questa volta Emir avrebbe dovuto pagare per le sue macchinazioni.