Gurcan si svegliò nella stanza d’ospedale, la luce abbagliante del mattino che filtrava nella stanza silenziosa. Il lungo coma aveva lasciato delle tracce nella sua mente, ma ora sapeva che doveva affrontare una verità terribile. Dopo un lungo silenzio, decise di confessare tutto alla polizia. “Asu… è stata lei a ordinarmi di avvelenare Ozan,” disse, la voce tremante ma decisa. Le sue parole colpirono come un fulmine, svelando il segreto che Asu aveva tenuto nascosto per tutto questo tempo.
La notizia si diffuse rapidamente, mettendo Asu di fronte a una scelta difficile. Non c’era più via di scampo, così si rivolse a Emir, implorando il suo aiuto. Asu sapeva che solo Emir poteva aiutarla a sfuggire alla polizia, ma quando ammise la sua paura e disperazione, Emir rifiutò. “Se ti aiuto a fuggire, la polizia sospetterà di me,” disse Emir, la sua voce fredda e priva di ogni emozione. Asu si sentì tradita, ma non aveva altra scelta che affrontare la realtà.
Con il cuore colmo di disperazione, Asu prese la sua decisione finale. Chiamò la polizia e disse: “Confesserò tutte le mie colpe.” Le sue parole suonarono come una resa, un completo abbandono di fronte alla pressione della legge. Asu sapeva che non poteva più sfuggire.
La polizia arrivò rapidamente e arrestò Asu. Era accusata di gravi crimini, dall’avvelenamento di Ozan all’omicidio di Tufan, e anche di aver distrutto l’auto di Nihan. I crimini che aveva nascosto per tanto tempo ora non potevano più essere celati. Asu dovette affrontare domande difficili e accuse inconfutabili. I giorni in cui era riuscita a sfuggire alla verità erano finiti, e ora doveva fare i conti con le conseguenze delle sue azioni.