Kemal si trovava nel buio, il cuore che batteva forte nel petto, mentre la polizia lo stava cercando senza sosta per l’omicidio di Asu. Ogni traccia sembrava puntare su di lui, e sapeva che non poteva restare più a lungo. La situazione era ormai disperata, le accuse come lame affilate che lo trafiggevano, ma nel profondo Kemal sapeva di essere innocente. Non poteva restare coinvolto in un complotto, così decise di fuggire, sperando di scoprire la verità e dimostrare la sua innocenza.
Mentre Kemal cercava di sfuggire alla caccia della polizia, il destino lo condusse a un’altra tragedia. Emir, un uomo che Kemal non avrebbe mai immaginato di affrontare, apparve improvvisamente. Lo rapì e lo portò in un luogo segreto, dove nessuno poteva trovarlo. Le catene fredde della sofferenza e della paura stringevano il cuore di Kemal, ma lui non smise mai di pensare a come scoprire la verità e liberarsi.
Quando Nihan seppe della scomparsa di Kemal, non riuscì a trattenere la preoccupazione. Chiese aiuto a Mujgan, la sua amica più cara, sperando che potessero fare qualcosa per aiutarlo. Nel frattempo, Zehir e Ayhan, i suoi fedeli amici, non si arresero. Iniziarono a seguire le tracce sfuggenti, cercando indizi nei più piccoli dettagli, come orme o voci.
Alla fine, giunsero nel luogo dove Kemal era stato tenuto prigioniero. Ma tutto ciò che trovarono furono i segni di torture terribili. La stanza era vuota, senza traccia di Kemal, solo sangue e oggetti abbandonati. La disperazione li avvolse, ma in quel momento, Zehir e Ayhan non si arresero. Sapevano che la caccia non era finita, che Kemal era ancora vivo, e non avrebbero smesso di cercare finché non avessero scoperto la verità. Ogni passo successivo, per quanto piccolo, accendeva una scintilla di speranza, perché credevano che la giustizia avrebbe prevalso e che Kemal sarebbe tornato.