Nella villa oscura, Vildan stava in un angolo della stanza, con gli occhi fissi sulla scena davanti a sé. I suoni delle grida di sua figlia Nihan risuonavano come colpi al cuore. Ogni urlo di Nihan sembrava strappare il cuore di Vildan, mentre vedeva Emir lanciarsi contro la figlia con uno sguardo folle e pieno di rabbia. Quello sguardo, che sembrava voler inghiottire Nihan, fece comprendere a Vildan che c’era solo una via per salvare sua figlia dalla furia di Emir.
In quel momento, una rabbia improvvisa prese il sopravvento su Vildan, e lei capì che doveva agire subito. Guardandosi intorno, la sua mano toccò un pesante vaso da fiore sul tavolo. Senza pensarci due volte, lo sollevò e lo scagliò contro la testa di Emir. Il rumore dello schianto riecheggiò nella stanza silenziosa, ma, contrariamente a quanto sperato, questo gesto non fece piegare Emir. Al contrario, lo rese ancora più furioso. Lui urlò, sbattendo i pugni contro il muro, con uno sguardo pieno di odio e follia.
Vildan rimase paralizzata, il cuore stretto in una morsa. Si rese conto che, con quel gesto audace, non solo aveva cercato di salvare sua figlia, ma aveva anche aperto una nuova porta verso un incubo per l’intera famiglia. La furia di Emir ora era fuori controllo, e Vildan capiva che la situazione era ormai irreparabile. La villa, una volta rifugio sicuro, ora sembrava essere avvolta dalle ombre della paura e del dolore, e Vildan sapeva che le loro vite non sarebbero mai più state le stesse.