Emir tornò a casa stanco, desiderando incontrare Zeynep per condividere una lunga giornata. Tuttavia, la casa era silenziosa, c’era solo Asu seduta da sola nel soggiorno. Un senso di inquietudine lo pervase, Emir chiamò immediatamente il nome di Zeynep, ma non ricevette risposta. Chiese ad Asu di Zeynep, ma lei scosse solo la testa, con un’espressione spaventata.
Con il cuore stretto, Emir ordinò a Tufan, il suo fedele assistente, di cercare Zeynep a tutti i costi. Nel frattempo, Vildan, la madre di Ozan, stava rovistando nella stanza del figlio. Trovò una lettera ben nascosta sotto il quaderno di Ozan. Quando la lesse, Vildan sembrò pietrificata. Nella lettera, Zeynep confessava di aver ucciso Ozan e che ora intendeva fuggire.
Vildan, furiosa e distrutta, prese la pistola che suo marito aveva lasciato e decise di cercare Zeynep da sola. Seguendo gli indizi nella lettera, Vildan scoprì che Zeynep stava pianificando di fuggire da Istanbul in treno. Senza indugi, si diresse verso la stazione ferroviaria.
Nel frattempo, Kemal, Nihan e Hakan – gli amici più cari di Ozan – erano stati informati della scomparsa di Zeynep. Si recarono insieme alla stazione, che si pensava fosse la sua destinazione finale.
Quando arrivarono alla stazione, videro una scena terribile. Vildan stava affrontando Zeynep, con la pistola puntata contro di lei. Zeynep cercò di spiegarsi, ma Vildan non voleva ascoltarla. Il dolore per la perdita del figlio l’aveva fatta perdere la ragione.
Kemal, Nihan e Hakan corsero per fermare Vildan. Cercarono di convincerla a abbassare l’arma, ma Vildan rimase ferma. Iniziò un dialogo teso, con ciascuna parte che cercava di difendere il proprio punto di vista.