Zafer si accasciò accanto alla roccia, gli occhi spenti rivolti verso l’immenso mare. La morte di Gülcemal, l’unico figlio, era come una ferita profonda nel suo cuore. L’immagine di Gülcemal che cadeva dalla roccia, con il volto pallido e gli occhi chiusi, la perseguitava ad ogni istante. I ricordi di quando, senza volerlo, aveva ferito suo figlio, le parole dure, gli abbracci mancati, le vedeva chiaramente, tormentandola senza fine.
Ogni notte, Zafer sognava Gülcemal. Nel sogno, il ragazzo correva ad abbracciarla, chiamandola con voce dolce. Ma quando Zafer cercava di toccarlo, il ragazzo svaniva nel nulla, lasciandole un vuoto freddo nel cuore. Zafer si rendeva conto di aver perso la cosa più preziosa della sua vita.
Il rimorso tormentava Zafer giorno dopo giorno. Si recava nei posti che Gülcemal amava, sedendosi in silenzio a rimuginare sui vecchi ricordi. Zafer voleva trovare un modo per redimersi, desiderava stringere suo figlio di nuovo tra le braccia, ma ormai era troppo tardi. Non le restava che pregare, sperando che un miracolo potesse accadere.