Gulcemal stava sulla riva del lago, guardando le onde leggere che lambivano la riva, come ricordi lontani che venivano trascinati nella sua mente. Ibrahim gli aveva consigliato di trovare il modo di parlare con Deva, per chiarire i malintesi che si erano accumulati tra loro nel corso del tempo. Non poteva più ignorarla, non poteva continuare a lasciare che il passato decidesse il loro futuro.
Alla fine, dopo molti giorni di indecisione, Gulcemal decise di avvicinarsi a Deva, che stava ancora lì, sulla riva del lago, dove entrambi avevano condiviso momenti di gioia e di dolore. Deva non lo guardava, i suoi occhi sembravano cercare qualcosa di lontano nell’acqua calma. Gulcemal rimase fermo per un momento, non sapendo da dove cominciare. Ma il silenzio tra di loro era troppo pesante, e alla fine dovette parlare.
“Deva,” la sua voce era rotta, “Sai, ho sempre pensato che avrei potuto vivere senza affrontare il passato. Ma più cerco di evitarlo, più mi rendo conto che mi sta trascinando.” Si fermò, gli occhi persi nel riflesso dell’acqua. “Ho perso tante cose, ma non ho mai davvero capito quello che hai vissuto tu.”
Deva si girò lentamente, guardandolo negli occhi. Le lacrime scivolavano lungo le sue guance, come se tutte le emozioni represse stessero finalmente trovando la via d’uscita. “Perdere mia madre, è qualcosa che non potrò mai accettare,” disse con voce tremante. “Mi sono sentita vuota, senza più un motivo per andare avanti. Lei era l’unica persona che avevo, e quando se n’è andata, non sapevo più cosa fare.”
Gulcemal sentì il peso di un dolore che non aveva mai veramente compreso. Aveva sempre pensato alle sue perdite, ma non aveva mai capito la profondità della sofferenza di Deva. Perdere una madre, perdere l’unica persona che si ama, è una pena che nessuno può prevedere.
Rimasero lì, a guardarsi, in silenzio. Il lago davanti a loro era come uno specchio che rifletteva tutto ciò che era accaduto, le ferite che non si erano mai rimarginate. Ma questa volta, nessuno si girò, nessuno fuggì.
Alla fine, Deva parlò: “Ho sempre pensato che, se fossi stata zitta, se avessi evitato di affrontare tutto, il dolore sarebbe scomparso. Ma mi sono resa conto che non posso continuare a vivere così. Devo affrontare quello che è successo. Così come tu, devo perdonare me stessa.”
Gulcemal la guardò, con gli occhi pieni di comprensione. “Allora lo faremo insieme,” rispose, con voce ferma e decisa. “Insieme affronteremo il passato e perdoneremo. Solo così potremo davvero andare avanti.”
Il lago, che un tempo aveva separato i due, ora divenne il ponte che li univa. Le lacrime di Deva e il silenzio di Gulcemal erano una promessa: insieme, avrebbero trovato il coraggio di affrontare i ricordi, e soprattutto, imparato a perdonare per poter vivere liberi dal peso del passato.