Kemal si svegliò dopo il suo svenimento, con la testa ancora confusa, ma non c’era tempo per riposarsi. La luce fioca che entrava dalla finestra e il senso di urgenza lo pervadevano. La polizia stava cercando di trovarlo, e la sua missione non era ancora completata. Tutto intorno a lui sembrava ruotare, ma nel suo cuore c’era solo un pensiero: Asu. Sapeva che se non fosse agito subito, l’opportunità sarebbe sfuggita.
Con l’aiuto di Ayhan, il suo fidato compagno, Kemal seguì l’indirizzo di una casa affittata sotto un nome falso. Entrambi percorsero strade desolate, con la speranza di trovare qualcosa. Quando arrivarono, Kemal entrò rapidamente nella casa, gli occhi attenti a cercare ogni traccia. Ma quando aprì la porta, un silenzio profondo lo accolse, non c’era nessuno. La casa era vuota, rimanevano solo deboli tracce del tempo passato.
Una sensazione di delusione lo colpì, ma Kemal non permise a se stesso di fermarsi. Si fermò lì, respirando profondamente, cercando di mantenere la calma. “Asu è ancora viva,” si disse. “E io la troverò.” Anche senza alcuna pista chiara, la sua fede non vacillava. Era determinato a proseguire la sua ricerca, senza arrendersi finché non avesse trovato Asu.