Mert stava fermo in un angolo della stanza, gli occhi fissi sullo schermo del suo telefono. Aveva appena ricevuto una notizia che complicava ulteriormente le cose. Armagan stava con Gulcemal, il che suscitò in Mert una crescente preoccupazione. Non poteva lasciare che questa situazione continuasse senza avvisare Zafer. Subito, Mert inviò un messaggio breve a Zafer, informandolo della presenza di Armagan accanto a Gulcemal. Sapeva che questa notizia avrebbe avuto un grande impatto sul piano di Zafer, e che doveva agire subito.
Arrivò il momento della gara d’asta. Il sindaco salì sul palco, presentando i partner e i progetti promettenti. Zafer era seduto in silenzio nella stanza, ma dentro di sé stava già facendo calcoli. Sapendo che Gulcemal sarebbe stato il suo maggiore rivale in questa asta, Zafer decise di usare la sua astuzia. Quando Gulcemal fece la sua offerta, Zafer non esitò a fare una proposta molto più bassa, quasi la metà del valore della sua. La stanza rimase in silenzio, nessuno si aspettava che Zafer avrebbe giocato in questo modo per aggiudicarsi il progetto. Gulcemal, sebbene fosse furioso per essere stato sorpassato, cercò di mantenere la calma, senza far trapelare la sua tensione. Sapeva che non era la fine, ma solo una tappa di un piano più grande.
Dopo l’asta, Gulcemal non poteva ignorare l’accaduto. Decise di invitare Zafer a casa sua per chiarire la situazione. Ma questa volta non ci sarebbe stato solo Zafer: alla cena erano presenti anche Deva, Armagan e un partner italiano con cui Gulcemal stava collaborando. Gulcemal voleva che tutti capissero che non si trattava di una rivalità personale, ma di un intricato gioco di relazioni tra molteplici parti. La cena si svolse in un’atmosfera tesa, ognuno con un proprio ruolo, mentre tutti cercavano di risolvere le complesse dinamiche in gioco. Zafer, con la sua calma e intelligenza, non mostrò alcuna emozione, ma nel profondo sentiva che le cose stavano cambiando.
Quando tutti si sedettero al tavolo, la conversazione divenne subito tesa. Gulcemal prese la parola, guardando fisso Zafer: “Non penso che dovremmo competere così. È forse questo il modo in cui hai sfruttato la mia debolezza per ottenere il progetto?” Zafer sorrise, senza mostrare alcuna preoccupazione: “Questo è il gioco. Le cose possono andare come vogliono, e io sto solo giocando secondo le mie regole.” Armagan sedeva accanto, sentendosi come se fosse intrappolato in una guerra senza uscita. Tutti nella stanza rimasero in silenzio, come se aspettassero che accadesse qualcosa di più grande. Quella conversazione, pur tesa, era solo l’inizio di trame e strategie future che ognuno di loro avrebbe dovuto affrontare.