Deva si sentì come se il cuore le si fosse fermato quando ricevette la notizia che Cemal, il suo unico figlio, era scomparso. La notizia, che la colpì come un fulmine, le era stata portata da Gara e Ibrahim, due suoi cari amici. Il mondo di Deva sembrava crollare in un istante. Nulla era più importante che ritrovare il suo amato figlio.
Con gli occhi arrossati e il viso pallido, Deva corse al parco, dove Cemal andava spesso a giocare. Corse dappertutto, chiedendo a ogni passante con voce rotta dall’ansia: “Avete visto un ragazzino di circa dieci anni, con capelli neri, occhi marroni, una maglietta verde e jeans?” Ma tutto ciò che riceveva erano solo sguardi di compassione e cenni di disapprovazione. La speranza sembrava svanire, ma Deva non si arrese.
I nonni di Cemal, quando sentirono della scomparsa del nipote, furono colti da un dolore immenso e subito allertarono la polizia. Gli investigatori arrivarono immediatamente sul posto, presero dichiarazioni e organizzarono una squadra di ricerca. Le auto della polizia pattugliavano il parco, mentre i cani addestrati esploravano ogni angolo. Deva, seduta su una panchina in attesa di notizie, versava lacrime mentre ricordava i momenti felici trascorsi con suo figlio, dalle pedalate al tramonto alle favole della buonanotte.
Giorno dopo giorno, Deva non perse mai la speranza. Continuò a cercare Cemal, affisse volantini ovunque e pubblicò annunci sui social media. Ogni volta che sentiva un rumore sospetto, il suo cuore sobbalzava, sperando che Cemal fosse da qualche parte, spaventato e in attesa di lei. La ricerca durò giorni, poi settimane, fino a logorarla, ma non smise mai di crederci. Un giorno, mentre passava vicino a un piccolo bosco vicino casa, sentì una voce flebile: “Mamma!” Si girò e non poteva credere ai suoi occhi: c’era Cemal, con il viso impaurito. Deva lo abbracciò forte, le lacrime sgorgarono in un’ondata di gioia infinita.