Cinque anni erano passati da quando Gulcemal era stato dato per morto in un incidente aereo. Aveva vissuto sotto falso nome, lontano dalla vita che aveva prima. Un giorno, mentre passeggiava nel parco, Gulcemal incontrò per caso Cemal, un ragazzino che si era perso. Il ragazzo aveva occhi tristi e un’espressione spaventata. Sentendosi in pena per lui, Gulcemal decise di portarlo alla stazione di polizia per cercare la sua famiglia.
Nel trambusto, Cemal infilò rapidamente nella tasca di Gulcemal un vecchio libro. Era un libro illustrato che Gulcemal aveva regalato a Deva, sua defunta moglie, prima dell’incidente. Quando arrivarono alla stazione di polizia, Gulcemal accidentalmente toccò la tasca e sentì il libro familiare. Il suo cuore si strinse. Ricordò i bei momenti passati con Deva e il figlio che non aveva mai incontrato.
Gulcemal decise di tenere il libro e di indagare sul ragazzino Cemal. Cominciò a cercare informazioni sulla sua identità e su Deva. Dopo alcune ricerche, Gulcemal scoprì che Cemal era suo figlio biologico. Il ragazzo aveva perso sua madre da piccolo e viveva con la nonna.
Più Gulcemal scopriva, più si sentiva in colpa e rammaricato. Si rese conto di aver perso troppo tempo lontano dal figlio. Decise di tornare indietro e di assumersi finalmente la responsabilità di essere un padre.
Con l’aiuto di un amico, Gulcemal pianificò di incontrare Cemal. Andò alla scuola del ragazzo e lo seguì da lontano. Quando vide l’opportunità giusta, si avvicinò e chiamò Cemal per nome. Il ragazzo, sorpreso, non riconobbe l’uomo davanti a sé.
Gulcemal diede a Cemal il libro illustrato e gli raccontò la sua storia. Inizialmente, Cemal era molto scettico, ma quando ascoltò racconti che solo sua madre poteva conoscere, cominciò a credere a ciò che Gulcemal diceva. Alla fine, padre e figlio si abbracciarono piangendo.