Zeynep era rannicchiata sul divano, lo sguardo vuoto fisso nel nulla. La stanza buia sembrava riflettere il suo stato d’animo. Ogni giorno che passava, l’ansia per il futuro pesava sempre di più sulle sue spalle sottili. Il bambino che portava in grembo era un dono, ma anche un fardello che non sapeva come affrontare.
In quel momento, Emir apparve. Era davanti a Zeynep, con uno sguardo deciso. “Zeynep, ho un piano,” disse, con voce profonda ma che nascondeva una freddezza spaventosa. “Possiamo risolvere tutto.”
Zeynep alzò lo sguardo e fissò Emir. Sapeva che stava tramando qualcosa. “Quale piano?” chiese, la voce tremante.
Emir fece una proposta audace: accusare Kemal, il fratello di Zeynep, della morte di Ozan. Disse che era l’unico modo per proteggere Zeynep e il bambino. Se Kemal fosse stato condannato, Zeynep avrebbe ereditato una fortuna enorme, abbastanza per vivere una vita tranquilla insieme al bambino.
Zeynep rabbrividì di orrore. Non riusciva a credere che l’uomo che aveva amato potesse fare una proposta così crudele. Amava suo fratello e non avrebbe mai potuto fargli del male. Ma Emir non si arrese, continuò a usare ogni argomento per convincerla. Sottolineò che se non lo facesse per sé stessa, almeno doveva farlo per il bambino che portava in grembo.
Zeynep si trovò intrappolata in un conflitto interiore intenso. Da un lato, l’amore per suo fratello, dall’altro il futuro del bambino. Si sentiva come se fosse intrappolata tra due fuochi. Se avesse rifiutato, lei e il bambino avrebbero dovuto affrontare una vita difficile. Ma se avesse accettato, avrebbe dovuto vivere con il rimorso per il resto della sua vita.
Nel frattempo, Emir stava diventando sempre più impaziente. Non voleva lasciare a Zeynep la possibilità di cambiare idea. La minacciò di rivelare i suoi segreti alla famiglia se non avesse cooperato. Zeynep si sentiva disperata e sola. Non sapeva più cosa fare.